giovedì 13 dicembre 2012

domenica 28 ottobre 2012

No Monti Day - 27 Ottobre 2012

Grandissimo successo della manifestazione per il “No Monti Day” con oltre 150.000 partecipanti provenienti da tutta l’Italia. Ecco le videointerviste effettuate da Federico Frascarelli di Alternativa nel corso della manifestazione.

















sabato 27 ottobre 2012

LA SICILIA RIBOLLE!


Domenica in Sicilia si vota.

È un voto cruciale che può dare un segnale a tutto il Paese. Non sarebbe la prima volta che la Sicilia indica una svolta per tutta l’Italia.  E c’è un fatto nuovo, la possibilità di infliggere un colpo duro alla casta: a quella siciliana e a quella nazionale. Questo fatto nuovo si chiama MoVimento 5 Stelle.  Che ha svegliato l’Isola e si propone come una svolta chiara e inequivocabile. Ho letto la lettera aperta del MoVimento 5 Stelle siciliano al Governo Monti. Una lettera che mi sento di condividere in gran parte.  
Non contiene tutto quello che ci avrei messo, ma contiene molto di quello che ci avrei messo anch’io. Io avrei aggiunto per esempio la richiesta al governo Monti di cancellare ogni autorizzazione al MUOS, o meglio al mostro di Niscemi. E di cancellare le troppe servitù militari che soffocano l’isola. Ma c’è tempo anche per questa discussione. L’essenziale è capire che noi abbiamo bisogno di pace, e non di guerra. 
Soprattutto in questa lettera non c’è niente che io respingerei.
E questo è quanto basta.
Dunque io vorrei dire, a tutti i siciliani che mi conoscono e che mi hanno seguito in questi anni che, se fossi in Sicilia, voterei per il MoVimento 5 Stelle.
E aggiungo: che farei il possibile perché questo movimento si rafforzi, possa vincere e andare oltre le sue possibilità attuali, possa diventare una grande forza di rinnovamento, consapevole come sono che di fronte a questo movimento, ma anche a tutti noi, sta il compito di dare prova di fedeltà ai propri ideali e di distacco netto dalla “casta” e dai poteri forti.

Abbiamo tutti bisogno di una boccata di aria pulita.
C’è bisogno di gente nuova e pulita, che interpreti il potere che acquisirà come un servizio per i cittadini e come una difesa del Bene Comune.

Soprattutto c’è bisogno di gente non ricattabile, che possa sottrarsi ai veti incrociati della casta e al voto di scambio: sia quello mafioso sia quello clientelare.
La Sicilia giustamente ribolle di rabbia contro coloro che, con il loro malgoverno, sono di fatto diventati degli istigatori a delinquere, in Sicilia come in tutta l’Italia il governo Monti.
Penso che dobbiamo essere grati a Beppe Grillo se questa protesta - che ha portato e porta nelle piazze decine di migliaia di siciliane e di siciliani di ogni età – sia stata così misurata e così composta, direi saggia.
Altro che "antipolitica"! E’ questa l’unica politica che io riconosco. Quello che abbiamo visto è una grande prova di democrazia, di partecipazione e di protesta: proprio quello che ci vuole.
Per questo auguro successo a questa politica. Io sono con voi.
 
Giulietto Chiesa

lunedì 28 maggio 2012

Incontro a Matera con Giulietto Chiesa

Incontro con Giulietto Chiesa nel meraviglioso scenario offerto dalla Terrazza dell’Annunziata (in p.za Vittorio Veneto a Matera) mercoledì 30 maggio 2012 con inizio alle 19,00.

"Crisi globale, crisi di sistema, crisi morale 
Io non mi rassegno
Governare il Cambiamento"



Incontro pubblico con Giulietto Chiesa il 30 maggio 2012

giovedì 16 febbraio 2012

FERMIAMO LA GUERRA

Il Laboratorio Politico Alternativa, di fronte alla ormai evidente escalation di guerra che minaccia due stati sovrani, Siria e Iran, fa appello a tutte le forze ragionevoli, che hanno a cuore la pace e la sopravvivenza umana, a fermare la spirale bellica e a favorire un negoziato.

Siamo risolutamente contrari a ogni embargo. E condanniamo tutte le forze, interne ed esterne a questi due paesi, che si oppongono a una soluzione negoziata.

Gli elementi a nostra disposizione dicono inequivocabilmente che, sulle legittime richieste interne di una democratizzazione dei rispettivi sistemi politici si è innestata una vasta operazione di destabilizzazione dall’esterno. Ciò costituisce un gravissimo pericolo per la pace internazionale.

Abbiamo negli occhi e nel cuore la recente tragedia libica. Decine di migliaia di morti, una popolazione traumatizzata, un'infrastruttura largamente distrutta e uno Stato disintegrato: questo il risultato della guerra condotta dagli Usa e dalla Nato per poter saccheggiare la ricchezza della Libia e ri-colonizzare il paese.

Le litanie sui diritti umani, ripetute ossessivamente dai media occidentali, non sono credibili e sono un’offesa all’intelligenza delle opinioni pubbliche. La conta delle vittime civili che ci viene quotidianamente offerta dagli stessi media non è stata  e non è  verificabile, né lo è l’attribuzione di responsabilità a una o l’altra delle parti belligeranti.

Ora le stesse forze stanno preparando  apertamente la guerra contro l'Iran e la Siria, due paesi strategicamente importanti che perseguono una politica indipendente, senza  sottomettersi al loro diktat.  Le conseguenze di una tale operazione possono essere  gravissime su tutti gli equilibri internazionali. Una di esse sarà il coinvolgimento di diversi  paesi europei nel conflitto, con l'Italia in prima fila, come dichiarato dal nostro ministro degli esteri in visita a Washington .
 
Ciò che si vede, nonostante la cortina di menzogne che offusca il quadro, è non più soltanto lo schieramento di forze militari ai confini dell’Iran e della Siria, non più soltanto le azioni di sabotaggio e le azioni terroristiche (come gli assassini individuali mirati contro gli scienziati in Iran), ma ormai l’aperto ingresso di forze speciali infiltrate. Arabia Saudita, Qatar, Turchia sono impegnati al fianco degli Stati Uniti, della Francia e della Gran Bretagna nell’opera di destabilizzazione militare, mentre vengono paralizzati il commercio estero e le transazioni finanziarie di questi paesi. L’Unione Europea e il governo italiano contribuiscono attivamente a questa operazione.

Nello stesso tempo si punta a peggiorare severamente la situazione degli approvvigionamenti alle popolazioni e si attizzano conflitti etnici, religiosi  e sociali interni. In Siria la guerra civile è già un fatto. Un esercito, interamente organizzato e finanziato dall’esterno, come fu in Kosovo e in Libia, e, ricordiamo, in Nicaragua, è già sul campo da mesi.

Bisogna fermare questa spirale. Facciamo appello ai cittadini, ai giovani, alle chiese, ai sindacati, perché si oppongano a queste guerre ormai imminenti.

Chiediamo al governo italiano:
  • di revocare senza condizioni e immediatamente le misure di embargocontro l'Iran e la Siria e di impegnarsi a livello internazionale per porre fine ai ricatti e alle minacce di guerra
  • di chiarire che non parteciperà in nessun modo ad alcuna azione militare, in osservanza all’articolo 11 della Costituzione Repubblicana
  • di non consentire l’uso del territorio italiano per l’aggressione contro questi Stati.

I popoli iraniano e siriano hanno diritto di decidere da soli quali ordinamenti sociali e politici vogliono istituire. Noi riteniamo che per mantenere la pace internazionale deve essere ribadito e rispettato il principio della non ingerenza negli affari interni degli Stati.

L’Ufficio Centrale di Alternativa-laboratorio politico.
12.02.2012

sabato 7 gennaio 2012

Molte cose stanno cambiando

Al di fuori della casta politica, tutta compatta e unita nell'azione predatrice, c'è un mare di cose molto differenziate, che appaiono ancora incapaci non dico di unirsi ma neppure di coordinarsi. E questo
 è il problema. Perché ormai milioni di italiani non trovano una "maniglia" cui aggrapparsi, sono privi di guida e non sanno in realtà ciò che sta accadendo, perché non sono informati.
Qualcuno mi chiedeva cosa sta accadendo nel movimento Uniti & Diversi. Purtroppo è accaduto che quel tentativo si è arenato in un divorzio consensuale. Tutti sono portatori di messaggi (e questo va bene) ma tutti pensano che il loro messaggio sia l'unico valido (e questo va male). Per cui l'idea di un "nuovo soggetto politico unitario" è naufragata in un pugno di nicchie conviviali che, è ovvio, non avranno, nessuna di loro, lunga vita e, soprattutto, non riusciranno, nessuna di loro, a raggiungere una massa critica sufficiente per incidere sulla realtà esistente e cambiarla.
Questo discorso vale anche per Beppe Grillo, che continua ad andare da solo…. da nessuna parte.
In queste condizioni parlare di una lista nazionale è irrealistico. Non credo sia possibile, a meno che la crisi economico-sociale che si annuncia assuma un tale carattere dirompente da produrre un crollo della casta attuale. Vedremo.
Io sono impegnato ora su due fronti distinti ma non contrapposti. Uno è la costruzione di Alternativa, che non è e non può essere un partito politico, almeno per il momento. Ma che, come laboratorio politico è già in piena espansione. L'altro progetto, di cui Alternativa è parte, è il Comitato No Debito. L'aggregazione nata il primo ottobre e che sta raccogliendo parti importanti della protesta sociale. L'assemblea del 17 dicembre ha dimostrato che questo raggruppamento non è soltanto una somma di sigle e può espandersi. Ne fanno parte, oltre ad importanti settori dei movimenti sindacali e di lotta, anche i NOTAV della Val Di Susa. Considero questo un fronte di grande rilievo, sul quale Alternativa si colloca.
Alternativa andrà alla sua seconda Conferenza Nazionale il 21 e 22 gennaio prossimi. La terremo a Pordenone, dove abbiamo uno dei nostri gruppi più attivi e dinamici. Si consideri questa mia lettera un invito a parteciparvi come osservatore o, per chi vorrà, come compagno di strada e militante.
Le bocce sono in rapido movimento e penso che, tra due o tre mesi, il quadro attuale sarà già molto diverso da quello odierno.
Cordiali saluti
Giulietto Chiesa

http://www.giuliettochiesa.it/lettere/item/2552-molte-cose-stanno-cambiando.html

venerdì 10 giugno 2011

Domenica vado a votare

4  Si per la vita!

Domenica vado a votare


Perché è democrazia. Quella vera. Quella che lo dice la parola stessa. Il popolo è sovrano e il popolo decide. Perché la democrazia è un bene comune e non può essere privatizzato. Si può imbottigliare con etichette colorate ma resta sempre democrazia. Anche leggermente frizzante quando scende nelle strade e grida “se non ora quando?”. Ci sono le etichette dei partiti e le mille marche della partecipazione. Ma guai a mettere i rubinetti della democrazia in mano a chi ci deve guadagnare. Guai a dare l’esclusiva delle condutture della democrazia a una holding. Sarebbe furto di sovranità. La democrazia deve scorrere libera per tutti ed essere sì controllata, ma dai cittadini. Per questo vado a votare. Perché ho sete.


Non si tratta solamente di disinnescare la miccia della privatizzazione dell’acqua, di scongiurare l’installazione di centrali nucleari con scorie e radiazioni e di non consentire alcuna eccezione al principio di uguaglianza davanti alla legge. Con i referendum di domenica prossima sono in ballo un altro modello di sviluppo, un altro modo di concepire la politica e l’affermazione del bene della persona umana al di sopra di ogni altro interesse. Economia, democrazia, sviluppo non sono parole neutrali e possono essere declinate in mille modi diversi. Nell’urna del 12 e 13 giugno abbiamo l’occasione di poter infilare una scheda che dica in quale democrazia crediamo, quale sviluppo vogliamo e se l’economia deve essere a servizio dell’uomo o l’uomo è condannato a prostrarsi al dio denaro. Una sfida e una scommessa più grande di una votazione. Grande come la speranza che la gente possa cominciare davvero a prendere in mano il proprio destino e a decidere le regole per costruire il proprio futuro e quello delle prossime generazioni. Per queste ragioni vado a votare.

Tratto da "Mosaico dei giorni" del 6 e del 7 giugno 2011 di Tonio Dell'Olio